La Madonna dei sette dolori. Tra storia e leggenda

La Madonna dei sette dolori. Tra storia e leggenda

La Madonna dei sette dolori. Tra storia e leggenda
di Licio Di Biase

Prefazione

Scrisse lo storico Bloch nella sua opera “Apologia della storia” che …“Il passato è per definizione un dato non modificabile, ma la conoscenza del passato è una conoscenza in fieri, che si trasforma e si perfeziona incessantemente”; proprio per questo motivo ho voluto pubblicare questo breve saggio sulla storia, condita ancora da un po’ di leggenda, della Parrocchia della Madonna dei Sette Dolori.

Dopo aver affrontato per la prima volta questa ricostruzione nel mio libro “Castellamare nel tempo”, ho voluto nuovamente affrontare l’argomento perché, come dice Bloch, “la conoscenza del passato è una conoscenza in fieri”, cioè si arricchisce sempre di nuovi elementi, di nuove considerazioni. E così mi è sembrato opportuno, alla luce di nuove considerazioni maturate in questi ultimi anni, scrivere qualcosa di più, e di più preciso, rispetto al passato.

Però sono cosciente che la storia non è finita.
Sicuramente altri fatti, altri particolari potranno venire fuori dalle ricerche, molte volte casuali. Magari, mentre si cercano notizie e documenti su altri fatti, salta fuori un piccolo dato, apparentemente poco significativo, ma che rappresenta invece un importante tassello per completare una storia.
Quindi, la ricerca è in continuo movimento, perché la “conoscenza è in fieri”.
E bisogna sottolineare che questa conoscenza è importante in quanto , sempre per citare una frase di Bloch,…“L’ignoranza del passato non solo nuoce alla conoscenza del presente, ma compromette, in questo, l’azione”. Come dire che, chi non ha la consapevolezza del passato, non può governare il presente perché combina dei guai, magari irreparabili.

E noi ne abbiamo un esempio con l’abbattimento del “Teatro Pomponi”.
Perché, magari, si butta giù qualche rudere considerato vecchio, e invece è un pezzo del passato da custodire gelosamente, in quanto questa città è avara di segni della memoria, del proprio passato, della propria storia.
La storia è importante per capire che la Chiesa della Madonna dei Sette Dolori è la più antica costruzione di Pescara, e sta lì a guardarci nei nostri traffici quotidiani, mentre disperdiamo la nostra identità, mentre non ci curiamo di dirci chi siamo.

Gabriele D’Annunzio, che tanto ha scritto e di tante cose ha parlato, non ha speso una sola parola sulla Madonna dei Sette Dolori.
Strano per un personaggio come lui che ha parlato di tutto ciò che riguardava la città, il nostro mondo, la nostra terra.
Ed anche per questo ho voluto dedicare alla nostra Madonna questo approfondimento.
Un saggio, come questo, è una goccia in un oceano. Però, anche le gocce, nel loro piccolo, contribuiscono a fare gli oceani.

Licio Di Biase


Presentazione

Il tempo, come uccello rapace, rapisce ogni cosa e l’oblio scende inesorabile sull’opera dell’uomo. Ma non tutto è perduto. Ci sono fatti ed eventi che segnano la vita della comunità, di un popolo, di una nazione, che rimangono per sempre, quale testimonianza di una fede vissuta, di valori perenni che diventano patrimonio dell’umanità.L’origine del santuario-parrocchia della Madonna dei Sette Dolori fa parte di questa memoria storica. La grandiosa Chiesa costruita dai nostri antenati fa viva testimonianza di una fede vera, di una laboriosità indefessa, non solo degli abitanti di Castellamare, ma di tutto il circondario.Il P. Serafino Razzi, il 4 novembre 1574 ci descrive con dovizia di particolari il territorio selvaggio e poco ospitale della collina e la vegetazione mediterranea della pianura nel suo viaggio da Pescara fino a Penne.L’origine del santuario, tra il reale e il leggendario, dà inizio alla costruzione di una chiesetta che diventa, nel tempo, luogo di preghiera e di incontro col Signore tramite la sua Madre Addolorata.L’atto notarile stipulato nel chiostro del convento dei Cappuccini, è un documento molto significativo dell’origine della parrocchia. Una Chiesa per essere parrocchia doveva avere dei possedimenti, da cui si ricavava una rendita per sostenere i sacerdoti. Gli abitanti della zona, venuti da diverse parti dell’Abruzzo e delle Marche, si impegnarono al sostentamento del clero, non avendo la erigenda parrocchia benefici.

Questo documento è un esempio della partecipazione dei fedeli nel sostentamento dei loro sacerdoti, anche se nel tempo diventerà gravoso e sostituito dalla congrua.Essi costruirono una Chiesa molto più grande delle loro esigenze. Oggi questa lungimiranza serve una popolazione sempre più numerosa. Licio Di Biase, profondo conoscitore della storia di Castellamare, ha voluto, dopo l’ampia e documentata “Castellamare nel tempo”, offrirci questa ulteriore opera esclusivamente dedicata alla parrocchia e santuario. L’atto notarile, tradotto in italiano, rappresenta la parte più saliente e significativa del libro, sia per l’antichità del documento, sia per il suo contenuto.Il fatto che detto documento fosse redatto nel convento cappuccino, non è forse una profezia di un futuro affidamento ai Frati Minori Cappuccini? La parrocchia conserva gli atti dei battesimi dal 1665 ad oggi. Inoltre registri delle cresime, dei matrimoni, dei defunti, nonché quattro censimenti. Altra documentazione per un approfondimento ulteriore. Un vivo ringraziamento a Licio Di Biase per l’amore per la sua terra natia e alla Madonna dei Sette Dolori, la cui storia si identifica così bene con la storia di Castellamare.

P. Vincenzo Di Marcoberardino (Parroco)